Ho suonato con Tom Morello e non l'ho riconosciuto -- I played with Tom Morello and didn't recognize him

Ho suonato con Tom Morello e non l'ho riconosciuto. Vi chiederete: "Ma allora sei pirla fino al midollo?" Vi rispondo: "Ebbene sì." Mirko, il leader, cantante, e polistrumentista della band Danzdas, ed Emil, cofondatore e batterista dai poteri taumaturgici, mi hanno contattato mesi fa per una canzone che volevo fare con loro. Sono finito a fare le loro canzoni... la cosa mi sta entusiasmando in una maniera incredibile.


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Mirko utilizza i suoni come se fossero strumenti e le dissonanze come se fossero melodie. In questo contesto già magico di suo, entra in scena Emil, che con la batteria spacca. Premettendo che il lavoro di Emil è "Batterista", ha suonato su palchi importanti, distinguendosi per la sua abilità e adattabilità. Ovviamente, sotto la produzione di Mirko, Emil ha deciso di fondere ritmi estremamente jazz, così complessi che persino Frank Zappa lo assumerebbe all'istante.


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C'è un pezzo in cui suoniamo insieme che riesco a seguire ritmicamente solo se inserisco il sincopato in levare, il che mi ha portato a pensare svariate volte alla chitarra blues, con riff tipicamente blues, che come per magia si espandevano creando un tappeto di suoni bassi quasi magici... Il concerto è stato uno sballo satellitare, mi sembrava di stare su Callisto, letteralmente a guardare il mondo dal telescopio.

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Abbiamo aperto con Danzdas e ovviamente mi ha steso al volo. Ci sono entrato dentro a rate perché il mixerista era imboscato a farsi una canna e, siccome era il momento della "Cigarette Dancing", mi è arrivata sul palco una sigaretta accesa che stava facendo prendere fuoco al tappeto coi cavi. Quindi, un po' in panico, un po' "High as a kite", come dicono gli americani, e un po' la musica, la gente che saltava e urlava come se fossimo i Sex Pistols a Londra. Tutti che pogavano come pazzi, e in quel casino pazzesco mi giro e chi ti vedo sul palco con noi? Tom Morello, lì di fronte a me con il suo cappello tirato e la chitarra in mano. Alla fine del concerto lo abbiamo soprannominato "il Cava," e gli è pure piaciuto il nome.

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Emil, fan sfegatato di Tom Morello, si è esaltato e ha fatto i numeri. Vi giuro, era un delirio. Potete vederlo dal video che ho prodotto. A fine serata, siamo collassati tutti a orari diversi. Io, che mi sono svegliato prima di tutti, mi sono ritrovato al mattino in un ristorante storico di Zurigo, circondato da skinheads grossi come montagne che mi ispezionavano da capo a piedi, come per chiedersi: "Ma chi cazzo sei?" A quel punto, sono entrato all'inferno come se fosse di mia proprietà. Il bisogno di caffè era elevato. I colleghi skinheads mi hanno sparato un sorriso a 87 denti. Il più grosso mi ha passato una canna che poteva soddisfare i bisogni di Bob Marley. Mi hanno abbracciato sotto i loro giacconi militari che puzzavano di birra e mi hanno offerto il famigerato caffè per colazione.

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Dopo aver penato nel tentativo di svegliare i colleghi randagi, high as a kite again, abbiamo caricato i bagagli in macchina e siamo rientrati nella realtà giornaliera. Ora, permettetemi una considerazione: ho passato un'intera serata a ridere, parlare di politica, condividere esperienze artistiche, scambiando pezzi di cultura che abbelliscono ogni quadro di colori. Avevamo strumentazione per migliaia di euro, computer e "devices" personali. Eravamo praticamente sfondati e quindi vulnerabilissimi. Avrebbero potuto spogliarci, rubare ogni singolo pezzo di noi, metterci in un sacco e buttarci a pezzettini nel fiume a fianco. E invece, non solo non è successo niente di male, ma sono stato ospitato con calore, affetto e soprattutto rispetto. Non c'erano differenze tra noi perché tutti volevamo una sola cosa: essere liberi di amare. Non è complicato, vero?

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Ho dormito tutta la notte senza problemi. Al mattino, mi hanno offerto la colazione, una canna generosa e tanta amicizia. Nel momento in cui siamo entrati in auto e abbiamo imboccato la provinciale, siamo entrati nel mondo del caos... letteralmente. Lì, dove governi non c'erano, tutto era perfettamente organizzato e gratuito. Qui, dove tutto ha un prezzo, non c'era un minimo di organizzazione. Immaginatevi che per percorrere 400 metri in autostrada ci abbiamo messo un'ora e mezza. Non vi racconto cosa abbiamo visto sul San Gottardo prima di entrare: macchina in panne, un autobus bloccato perché stava cadendo dal ponte, neve che copriva i cartelli stradali e si ghiacciava appena l'auto davanti si spostava, un'emissione di fumi e veleni nell'aria superiore alla quantità emessa da un vulcano, solo perché le amministrazioni svizzere si sono dimenticate di buttare un po' di sale sulle loro "organizzatissime" autostrade, in un giorno da bollino nero con previsioni meteo da spavento.

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Questo è stato il mio pensiero durante la nostra "odissea" per il rientro. Dove Dei non vivono, le anime cantano; dove gli Dei governano, non c'è ragione. Aspettatevi una paccata di novità: Mirko inizierà a pubblicare i suoi NFT sull'account Danzdas e io sono contentissimo di aver incontrato persone così raffinate.

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I prossimi concerti inizieranno a gennaio, probabilmente a Rotterdam, oppure di nuovo a Zurigo, o magari, se ci va di culo, a Berlino. Vediamo come ci si organizza. Nel frattempo, auguro a tutti di coronare i propri sogni... perché di vita ne abbiamo una sola, giusto? Se la buttiamo via per i soldi invece che per i sogni, che cazzo viviamo a fare?

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English

I played with Tom Morello and didn't recognize him. You might ask, "So, are you really that clueless?" And I answer, "Well, yes." Mirko, the leader, singer, and multi-instrumentalist of the band Danzdas, and Emil, co-founder and drummer with thaumaturgic powers, contacted me months ago for a song I wanted to do with them. I ended up playing their songs... and it's been an incredibly exciting experience.

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Mirko uses sounds as if they were instruments and dissonances as if they were melodies. In this already magical context, Emil enters the scene with his drumming that simply rocks. Let me point out that Emil's job is "Drummer," and he has played on important stages, standing out for his skill and adaptability. Naturally, under Mirko's production, Emil decided to blend extremely complex jazz rhythms, so intricate that even Frank Zappa would hire him on the spot.

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There's a piece we play together that I can only follow rhythmically if I insert syncopation on the upbeat, which has made me think countless times about blues guitar, with typically blues riffs that magically expand, creating an almost magical low sound carpet... The concert was a satellite trip; it felt like being on Callisto, literally looking at the world through a telescope.

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We opened with Danzdas, and it knocked me out instantly. I got into it slowly because the sound engineer was hidden away smoking a joint, and since it was the moment of "Cigarette Dancing," a lit cigarette landed on stage and nearly set the carpet with cables on fire. So, a bit panicked, a bit "high as a kite," as the Americans say, and a bit from the music, the crowd was jumping and screaming like we were the Sex Pistols in London. Everyone pogo like crazy, and in that crazy mess, I turned around, and who did I see on stage with us? Tom Morello, right there with his cap pulled down and guitar in hand. At the end of the concert, we nicknamed him "il Cava," and he liked the name.

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Emil, a die-hard fan of Tom Morello, got super excited and gave an incredible performance. I swear, it was pure dope. You can see it from the video I produced. At the end of the night, we all crashed at different times. I woke up first and found myself in a historic restaurant in Zurich in the morning, surrounded by skinheads as big as mountains, inspecting me from head to toe, wondering, "Who the heck are you?" At that point, I walked into the chaos like I owned the place because I desperately needed coffee. The skinheads smiled at me with their 87-tooth grins. The biggest one handed me a joint that could satisfy Bob Marley's needs. They hugged me under their beer-smelling military jackets and offered me the infamous coffee for breakfast.

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After struggling to wake up my pack of stray cats, high as a kite again, we loaded the bags into the car and re-entered daily reality. Now, allow me a reflection: I spent an entire evening laughing, talking politics, sharing artistic experiences, exchanging cultural pieces that beautify every picture with colors. We had equipment worth thousands of euros, personal computers and devices. We were practically wrecked and very vulnerable. They could have stripped us, stolen every single piece of us, put us in a bag, and thrown us into the river piece by piece. Instead, not only did nothing bad happen, but I was welcomed with warmth, affection, and above all, respect. There were no differences between us because we all wanted one thing: to be free to love. It's not complicated, is it?

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I slept through the night without any problems. In the morning, they offered me breakfast, a generous joint, and lots of friendship. As soon as we got into the car and hit the country road, we entered the world of chaos... literally. There, where there were no governments, everything was perfectly organized and free. Here, where everything has a price, there was no organization at all. Imagine, it took us an hour and a half to travel 400 meters on the highway. I won't even tell you what we saw on the San Gottardo before we got on: broken-down cars, a bus stuck because it was about to fall off the bridge, snow covering the road signs and freezing as soon as the car in front moved, emissions of fumes and pollution higher than those from a volcano, all because the Swiss authorities forgot to throw some salt on their "well-organized" highways on a black flag day with terrifying weather forecasts.

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This was my thought during our "odyssey" back home. Where there are no gods, souls sing; where the gods rule, there is no reason.

AnyWho😂.... Expect a ton of new stuff: Mirko will start publishing his NFTs on the Danzdas account, and I am thrilled to be part of the band.

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Our next concerts will start in January, probably in Rotterdam, or maybe back in Zurich, or if we're lucky, Berlin. We'll see how we can organize. In the meantime, I wish everyone to fulfill their dreams... because we only have one life, right? If we waste it on money instead of dreams, what's the point of living?



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