Cosi è se vi pare. [Eng-Ita] That's how it is if you like (hive book + original song = hive nft building) 211 of 250
Il volo (parte 18)
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Funamboli cronologici
Al mattino l’angoscia risveglia il coraggio. Faccio colazione ed esco di casa. Ancora una volta la bici mi tonifica lo spirito.
Sono fermo a un semaforo, quando mi sento chiamare. Mi giro e vedo Filippo, un vecchio amico di scuola. Lui è in motorino, sulla strada che incrocia la mia, ho appena il tempo d’informarlo della novità. Anche lui decide di unirsi al gruppo di esseri umani intorno ad Adriana, sarebbe passato la sera.
Arrivo all’ospedale evito l'ascensore e salgo per le scale, non c’è mai nessuno.
Ha ritrovato un certo colorito e una certa espressività. Quel primo giorno sembra averle dato nuova forza. Parliamo, il sole irradia tutta la potenza della primavera e c’invita a uscire sul balcone. L’aria smuove i nostri pensieri sui rettilinei balconi d’ospedale. Davanti a noi la campagna fiorentina è spruzzata qua e là di olivi e cipressi. La vista accompagna il dialogo intento a trovare una via di uscita. Con tutta la fiducia del mondo le racconto dello stormo di uccelli.
Rivolgendoci verso la campagna, recitiamo la nostra preghiera.
Nell’armonia di suoni appena pronunciati per non disturbare gli altri pazienti, ritroviamo una certa normalità. Nel silenzio pieno di cinguettii e di qualche automobile in movimento nel parcheggio, il ritmo è dato dalla nostra recitazione.
Adriana, seduta sulla sedia a rotelle e io su una sedia di plastica, osserviamo fuori. Il mondo sembra imperturbabile a ciò che è successo in quella stanza nelle ultime trenta ore. In realtà la nostra gioia abbraccia il panorama, essa non è rimasta imperturbabile. La nostra gioia, mescolata alla disperazione, si riempie delle parole che ci regaliamo in quel mattino.
Lei sembra aver ritrovato in parte l’appetito, forse il risotto ha aperto una strada verso lo stomaco, rimettendo in moto il metabolismo. A pranzo mangiucchia un po’ di minestra, un po’ di purè e qualche biscotto che le ho portato. Questo solleva un po’ l’apprensione di alcune persone venute a trovarla per il passo del ...
Pagina 211 - to be continued
The flight (part 18)
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Chronological Funambulisms
In the morning, fear awakens courage. I had breakfast and left the house. Once again the bike revives my spirit.
I stopped at a traffic light when I heard someone shouting. I turned to see Filippo, an old school friend. He was on his scooter, on the road that crossed mine, and I barely had time to tell him the news. He also decided to join the group of people around Adriana, he was going to come in the evening.
I arrived at the hospital, avoided the lift and went up the stairs, but nobody was there.
She had regained a certain colour and expressiveness. This first day seemed to have given her new strength. We talked, the sun radiated all the power of spring and invited us out onto the balcony. On the hospital's straight balconies, the air stirs our thoughts. In front of us, the Florentine countryside is dotted with olive and cypress trees. The view accompanies the dialogue of finding a way out. With all the confidence in the world, I tell her about the flock of birds.
Turning towards the landscape, we recited our prayer.
In the harmony of sounds, barely uttered so as not to disturb the other patients, we found a certain normality. In the silence of the chirping and a few cars in the car park, the rhythm is set by our recitation.
Adriana, in a wheelchair, and I, in a plastic chair, look out. The world seems unperturbed by what has happened in this room over the last thirty hours. In reality, our joy embraces the view, it has not remained unshaken. Our joy, mixed with despair, is filled with the words we say to each other this morning.
She seemed to have regained some appetite, perhaps the risotto had found its way into her stomach, restarting her metabolism. For lunch she eats some soup, some mashed potatoes and some biscuits I brought her. This relieves some of the anxiety of some of the people who have come to visit her for the ...
Page 211 - To be continued
The song for this page of the book
We are still here, you and I, writing words to each other, observing the weather. A tireless daily struggle called life, a walking in the rain and not getting wet. When we prepare for death, we never really prepare for it. It is a bit like when you thought you would have to take your winter sleeping bag because in the mountains above 3000 it is cold even in the middle of summer and instead you discover that the cold is for those who stay. You say goodbye to everyone, because you know that you don't really leave anyone behind in this universe, but for those who stay the separation is very real, true, you suffer, you cry, you clutch your pillows, you write, you start writing songs. One despairs and finally after a while one lets go, one trusts. Yes, for a while we like to lull ourselves with the idea of the wound that becomes a scar, but who sees the scars any more, perhaps in the summer by the sea. The rest of the time, you no longer see them, you no longer think about them. Even the parasites get tired, even if you had unknowingly hired them to smash your ovaries or your balls with guilt, remorse, fear, and then they too get crushed by entropy. And you slip into the daily routine until you too discover that death does not exist after all. And you're also a little weirded out, because all your life you've had your ovaries and balls smashed in, which would have been a disgrace, over 2000 years of brainwashing, with the blond guy on the cross, the saints sacrificed, in short, you're hurt, aren't you? You are there happy, while at your funeral they are all there crying, sad, with those dark faces. And then you start laughing, laughing your head off, it's like a comic film, everyone with those sulks. That's how it is if you like.
La canzone per questa pagina del libro
Siamo ancora qua, io e te, a scriverci parole, osservare il tempo. Una infaticabile lotta quotidiana che si chiama vita, un camminare sotto la pioggia e non bagnarsi. Quando ci si prepara alla morte non ci prepara mai veramente. È un po' come quando pensavi che avresti dovuto prendere il sacco a pelo quello invernale perchè in montagna sopra i 3000 fa freddo anche in piena estata e invece scopri che il freddo è per chi resta. Tu saluti tutti, perchè sai che non si abbandona nessuno veramente in questo universo, ma per chi resta la separazione è ben reale, vera, si soffre, si piange, si stringono i cuscini, si scrive, si inizia a scrivere canzoni. Ci si dispera e infine dopo un po' si lascia la presa, ci si fida. Si per un po' ci piace cullarci con l'idea della ferita che diventa cicatrice, ma chi le vede più le cicatrici, si forse d'estate al mare. Il resto del tempo, non le vedi più, non ci pensi più. Anche i parassiti poi si stancano, anche se inconsapevolmente gli avevi ingaggiati per sfracassarti le ovaie o le palle con i sensi di colpa, i rimorsi, la paura e poi anche loro si fanno schiacciare dall'entropia. E tu t'infili nella routine quotidiana fino a quando anche a te non ti tocca scoprire che la morte in definitiva non esiste. E ci rimani anche un po' stranito, cazzo per tutta la vita ti hanno sfracassato ovaie e coglioni che sarebbe stato una disgrazia, oltre 2000 anni di lavaggio del cervello, con il biondo finito in croce, i santi sacrificati, insomma ci rimani male no? Tu sei lì felice, mentre al tuo funerale sono tutti li a piangere, tristi, con quelle facce buie. E poi inizi a ridere, a ridere a crepapelle, sembra un film comico, tutti con quei musoni. Cosi è se vi pare.
The story [Ita]
You have just read a page from my story as an Italian romantic songwriter. This story is the tale of a boy, between 1998 and 2002, riding in his LPG SW Regata. It is now also translated into English and I add half a page to tell the connection after 20 years with life now.
One song per page
At the time there were only about ten Regata Collective songs, now there are at least 400 posted on you tube. So each page will be accompanied by a song lasting about as long as it takes to read the page.
Buy the NFT and the pdf or hard copy
A hard copy of the book costs 30 hive, write to me below and I will send it to your home, or if you just want a pdf copy it costs 20 hive. Each copy generates one FDR per month, FDR is a project https://www.fdreserve.com, the most ecological blockchain project.
La storia [Ita]
Hai appena letto una pagina della mia storia di italian romantic songwriter. Questa storia è il racconto di un ragazzo, tra il 1998 e il 2002, a cavallo della sua Regata SW a gpl. Adesso è tradotta anche in Inglese e aggiungo mezza pagina per raccontare il legame dopo 20 anni con la vita di adesso.
Una canzone per pagina
All'epoca le canzoni dei Regata Collective erano appena una decina, adesso che ce ne sono almeno 400 pubblicate su you tube. Quindi ogni pagina sarà accompagnata da una canzone della durata più o meno del tempo che serve per leggere la pagina.
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Una copia cartacea del libro costa 30 hive, mi scrivete qui sotto e ve la invio a casa, oppure se desiderate solo una copia pdf costa 20 hive. Ogni copia genera un FDR al mese, FDR è un progetto https://www.fdreserve.com, il più ecologico progetto blockchain.
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Così è (se vi pare) è un'opera teatrale di Pirandello (ammazza, quanto lo amo, questo autore:
)
Suppongo tu l'abbia letta, dato il titolo😁
E invece non no l'ho mai letto, ma è come se lo avessi letto. Anzi sai che ti dico lo leggerò presto.
E Il fu Mattia Pascal l'hai letto? È la sua opera maestra.
Luigi Pirandello fu un'incredibile umorista (non sta per comico, anche se le sue opere presentano una comicità dal retrogusto amaro che alla lontanissima ricorderebbe quella fantozziana:
)
Alla lontanissima perchè gli scenari pirandelliani e fantozziani non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri, ma quell'amara comicità del mal di vivere permea entrambi. Non per niente sia Pirandello che Fantozzi formano oggetto di ricerche accademiche nelle facoltà umanistiche tra le più quotate.
No purtroppo ancora no e proprio perchè me ne parli che non mi resta che leggerli, penso di farlo intorno a natale
Deduco quindi che i grandi classici della letteratura non fossero troppo in voga nella tua scuola. Avendo fatto le magistrali, che ai miei tempi non era una scuoletta, o meglio, istituto, nel mio caso, all'acqua di rose perchè noi trottavamo sul serio e si pluribocciava alla grande (prova ne è che in poche eravamo dell'età giusta in classe), si studiavano vagonate di grandi classici della letteratura, oltre alle poesie. E non solo autori italiani, ma pure francesi, britannici e russi. Per Il fu Mattia Pascal, ci avevano pure portati a teatro a vederlo.
Scuola? Ho fatto l'alberghiera, mi serviva un lavoro, subito. Dovevo badare a me stesso e a mia madre. Poi dopo ho capito, dopo 10 anni di duro e meraviglioso lavoro in cucina, dove lavoravo anche 16 ore, una volta feci 20 ore al giorno e oltre 400 al mese nei mesi di alta sta stagione. Solo dopo questa utilissima esperienza ho capito che più ti sacrifichi, più diventi dipendente dei soldi e del lavoro, poi ti ammali, insomma entri in un circolo vizioso. Quindi ho iniziato a leggere e a studiare, soprattutto il buddismo, ma anche la scienza, l'economia, matematica, la musica con passione e per volontà personale e quindi non ho una formazione classica. Poi mi sono laureato e adesso ho aumentato lo studio integrando con la fisica quantistica, il funzionamento della coscienza, la geopolitica, quella non raccontata nelle news, la salutologia, e ancora e ancora la musica. Per i classici apparte un po' di Dante che ci sta sempre bene, sono sempre rimasti una chimera per me.
Guarda, ti dirò, non sei il solo a rilevare questa peculiarità degli impieghi come cuoco. Qui su hive c'è anche un ragazzo calabrese che fa proprio il cuoco di mestiere e ha raccontato di quanto è dura e di quanto ti pagano una miseria. È proprio il mestiere nelle cucine di suo e purtroppo pure malpagato. Piaga generalizzata. Anche su quora si lamentano. Un mio amico dei forum finanziari che fa il panettiere (vita che non si discosta troppo da quella del cuoco, anzi pure peggio) lamenta la vita di uno schiavo (in sovrappiù, il proprietario della panetteria in combutta con la GdF, non chiude mai se non in due o tre giorni canonicissimi annui e se un panettiere si azzarda ad ammalarsi lo licenzia in tronco senza appello). Niente ferie e niente malattia in quella panetteria e la paga iniziale per lavorare tutte le notti per tutto il santo anno senza mai ammalarsi se no guai, ridicola di 500 euro al mese. Ok, poi aumentata mi pare a 800, ma per le condizioni miserabili di lavoro in quella panetteria è ancora poco. Ora c'è pure mio nipote che si è appena diplomato all'alberghiero (o comunque si chiama oggi) e pure lui dovendo lavorare subito, da orfano di padre (mia cugina, la mamma, ha perso il marito dopo 23 anni di battaglie con le malattie, dato che lui era sofferente sin da adolescente per un brutto cancro al fegato al quale si sono susseguiti mille altri malanni tra cuore, stomaco e pure una disabilità fisica che bontà del medico legale nemmeno gli riconoscevano). Ha trovato in una panineria e speriamo bene. Comunque, se non altro, lui vive in una zona franca piemontese che a dispetto della vicinanza con il triangolo infame, si fa presto a farsi una cerchia sociale di tutto rispetto e dunque disoccupati non restano mai.
Si penso che andrei a fare un giro in bici con una chitarra e una tenda, per sempre
Il mio amico non lo può fare: lui e il fratello hanno la mamma forse a tutt'ora disoccupata a carico (faceva la badante, ma è purtroppo morto il vecchietto che guardava e non aveva più trovato).
Fai venire la madre su Hive
Se non vado errata, avevo proposto al mio amico il telelavoro per la mamma. Ora mi si è sbiadita la memoria:
Dalle nebulose, però, mi pare di ricordare che la mamma, già alla terza età, non fosse avvezza alla tecnologia (in Italia ci sono persone di appena un anno più di me che a momenti non sanno nemmeno accendere un notebook, purtroppo non è uno scherzo, quindi figuriamoci a sessanta e più😣).
Ah ok, quindi non le resta che le triade color test dinamique flash a lei e a suo figlio.